C’è un luogo dove il tempo sembra fermarsi, dove l’infanzia si racconta attraverso oggetti piccoli ma carichi di significato. È il Museo del Giocattolo e del Bambino, con sedi a Firenze e Santo Stefano Lodigiano, uno dei più grandi musei del giocattolo in Europa e il più antico d’Italia.

Visitare il museo significa intraprendere un viaggio straordinario nel mondo della fantasia, della poesia, dell’arte e della fiaba. Le collezioni, composte da migliaia di giocattoli originali, raccontano tre secoli di storia dell’infanzia, intrecciando eventi sociali e culturali, innovazioni scientifiche, istanze pedagogiche e trasformazioni artistiche.

Come ha raccontato il direttore Alessandro Franzini ai microfoni di Radio InBlu2000, ogni giocattolo è un testimone silenzioso del proprio tempo: bambole, trenini, robot, marionette e macchinine non sono solo oggetti, ma strumenti attraverso cui i bambini hanno interpretato il mondo, sviluppato creatività e costruito sogni. “Giocare è quanto di più istintivo esista al mondo”, afferma Franzini, “e i giocattoli sono il tramite dell’Io infantile con l’esterno”.

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Il museo non si limita a esporre balocchi antichi: propone visite guidate personalizzate, laboratori didattici e percorsi tematici pensati per scuole, famiglie, gruppi aziendali e turisti. Ogni visita è un’occasione per riflettere sul valore educativo del gioco, sulle trasformazioni della società e sull’importanza di preservare la memoria dell’infanzia.

In un’epoca in cui i giochi sembrano imporsi con regole e scenari preconfezionati, il museo invita a riscoprire la libertà del gioco autentico, quello che nasce dall’immaginazione e dalla manualità. Perché, come ricorda Franzini, “non è solo la storia di re, esploratori o inventori: è la nostra storia. E anche la nostra storia merita un museo. Questo!”.